L’aggravante della destrezza nel furto

All’art. 625, comma 1, n. 4 c.p. è disciplinata la circostanza aggravante ad effetto speciale della destrezza, la quale, se riconosciuta, comporta l’aumento della pena prevista per il delitto di furto. Nel prosieguo, ci occuperemo di analizzarne l’evoluzione giurisprudenziale.

Il delitto di furto ex art. 624 c.p.

Si tratta di un reato comune, posto a tutela del bene giuridico del patrimonio e per la cui configurazione è richiesta la coscienza e volontà, da parte del soggetto agente, di porre in essere la condotta tipica descritta dalla norma al fine di trarre profitto per sé o per altri. L’elemento oggettivo dell’art. 624 c.p. consiste nella sottrazione della cosa mobile altrui, intesa quale perdita della disponibilità della stessa da parte del soggetto passivo, nonché nell’impossessamento, ossia l’acquisizione della disponibilità del bene in capo al soggetto agente. Dopo l’entrata in vigore del d.lgs. n. 150/2022, il reato in esame è procedibile d’ufficio solo se la persona offesa è incapace, per età o per infermità, ovvero se ricorrono le circostanze di cui all’art. 625, numeri 7, salvo che il fatto sia commesso su cose esposte alla pubblica fede, e 7 bis, c.p.

Il concetto di destrezza

La Cassazione a Sezioni Unite, con la pronuncia n. 34090/2017, ha chiarito che deve escludersi la destrezza nella condotta di chi si avvale di un momento di distrazione o del temporaneo allontanamento dal bene del suo detentore, purché questi non siano provocati dall’autore del furto. Di talché, non sarebbe contestabile l’aggravante della destrezza a chi abbia semplicemente approfittato della distrazione del soggetto passivo per sottrarre la res.

Gli orientamenti giurisprudenziali contrastanti

Giova osservare, tuttavia, che, recentemente, alcune pronunce della giurisprudenza di legittimità hanno ritenuto configurabile la destrezza anche nella condotta di chi approfitta della disattenzione della vittima per impossessarsi del bene altrui con un “gesto rapido e repentino”, come ad esempio statuito dalla V Sezione della Suprema Corte di Cassazione, con sentenza n. 23549/2020.

La strategia difensiva da adottare

Ad ogni modo, nell’ipotesi in cui ci trovassimo ad assumere le vesti del legale del soggetto agente, si escluderebbe l’applicabilità della circostanza aggravante della destrezza quando quest’ultimo abbia agito velocemente, sfruttando la distrazione del soggetto passivo. Invero, l’aggravante analizzata presuppone particolari abilità idonee ad eludere la sorveglianza del detentore della cosa mobile, anche alla luce del fatto che la condotta del nostro assistito sia stata logicamente posta in essere, ai fini del furto semplice, in modo da non essere scoperto, quindi rapidamente e occultamente.

 

Dott.ssa  Giulia Mezzetti

Trainee lawyer
Email: Segreteria@studiolegalepasquali.it
 
 

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